lunedì 7 febbraio 2011

Scrivere in IKEA

Flash dalla Generazione IKEA

L’ambiente intorno a me era chiaro, allestito come un soggiorno. C’erano due divani bianchi, mensole di cristallo, lampade a stelo, scaffali impreziositi da libri e CD. Ovunque erano disposti accessori dall’apparenza discreta - portapenne, scatole, cuscini - che davano all’insieme verosimiglianza e calore. Ero a mio agio. Era come essere a casa di un vecchio amico. Ero all’IKEA. Sedevo su una SKRUVSTA a rotelle rivestita in tessuto IDHULT bianco, e posavo il mio portatite su un ammiratissimo VIRKA LARI in vetro e alluminio.
Da come i visitatori si avvicinavano ai prodotti esposti, dai ragionamenti necessari a valutare l’opportunità di un acquisto, dai loro prolungati silenzi davanti a un armadio a tre ante o a un appendiabiti di acciaio ritorto, da tutto questo trasparivano infinite storie possibili. Per tre mesi ho sbirciato l’intimità collettiva di una generazione che in IKEA trovava certezze.
Lì, dava forma alle scenografie di matrimoni, divorzi, nascite, traslochi, fughe, convivenze, trasferimenti. Tutte discontinuità a volte desiderate, magari a lungo sognate, altre volte temute e mal sopportate, con pochi dettagli sicuri nel presente e grandi incertezze a fare da quinte per il futuro.
Ho dovuto scriverne.
Tra poco uscirà il libro.

E voi? Chi siete, visitatori dell'IKEA?
Raccontatemi cosa vi attrae di uno scaffale carico di libri scritti in svedese? Cosa significa girare col carrellone tra le mani? Studiate il catalogo a casa o l'ispirazione viene direttamente lì, dentro lo scatolone giallo e blu?

ANDREA

IKEA gli spot birichini...

Non tutti i paesi hanno voluto trasmettere questi spot. Se date un'occhiata al video capirete facilmente il perchè:
http://www.youtube.com/watch?v=WzMuax75s3M