domenica 3 aprile 2011

Da Catania con amore.

Fare la prima presentazione di “People from IKEA” a Catania nella libreria Feltrinelli ha segnato la storia pubblica di questo libro come non mi sarei mai aspettato.
Per i non catanesi occorre premettere che le aperture, in ottobre 2010, di Feltrinelli e in marzo di Ikea hanno rappresentato un ‘avvicinamento’ ai fenomeni commerciali più rilevanti del Paese e, in molti, dato un maggiore senso di appartenenza che tante celebrazioni del 150 anni dell’Unità d’Italia.

Alla presentazione c’era una quarantina di persone, molti col libro in mano per seguire le vibranti letture di Francesco Di Vincenzo. Altri, colleghi di Valerio Di Bussolo, boss delle Relazioni Esterne di IKEA ITALIA giunto da Milano per chiarire come l'originalità del libro li abbia stupiti positivamente e come per loro l’importante fosse avere clienti soddisfatti nel comprare comodini e scarpiere. Pochi per vedere in faccia l’autore, sconosciuto miope e un po’ pingue, sicuramente compiaciuto per le parole che avvolgevano i suoi racconti e, come sempre, stupito che sconosciuti trovassero lì dentro così tanti livelli di lettura e di attenzione.
(Intendiamoci, io ce li ho messi apposta, ma da lì a risultare davvero efficace c’è sempre molta distanza, e quando il preparato Massimo Maugeri ha avvicinato il mio umorismo a quello di Pirandello mi sono chiesto dove fosse la telecamera nascosta di Scherzi a Parte).
Che la serata stesse diventando un utile confronto tra molti modi di vivere e pensare si è capito dall’emozione della responsabile eventi della libreria, Sonia Patania, e da come Francesco ha attaccato la lettura di STALL (scarpiera):

Io ammorbidisco le scarpe. Posso farlo per molte misure diverse perché ho un piede abbastanza piccolo: porto il 42 e con qualche strato di calze arrivo bene fino al 45. Lavoro per due negozi del centro che hanno clienti molto esigenti.

Vendono calzature a persone ricche e famose che proprio non sopportano le scarpe nuove, sempre troppo rigide, con le cuciture da allentare e le pelli da rendere amiche dei piedi. Quei signori hanno dita delicate e, coi loro soldi, della vita possono comprarsi la parte più morbida.

Non esistono macchine capaci di ammorbidire le scarpe di cuoio senza sformarle e neppure operai più specializzati di me. Il cuoio dei miei piedi è più duro delle loro scarpe e dunque sono perfetto per questo lavoro.

Si tratta di scarpe costose, fatte da artigiani esperti, da trattare con cura. Per ammorbidirle devo camminare in posti puliti, meglio se al chiuso. IKEA è l’ideale. Lì nessuno mi fa domande e l’orario di apertura mi permette di ammorbidire anche tre paia di scarpe al giorno. Poi c’è l’aria condizionata che d’estate è un vero dono del cielo.
Molti credono che a noi africani piaccia il caldo, che non sudiamo neanche a cinquanta gradi, che la neve ci spaventi. Non è così."

A Lampedusa, nelle stesse ore succedeva il finimondo.

1 commento:

Groovy Elisa ha detto...

Ho iniziato a leggere il libro da un'oretta circa e mi piace!.
Solo una curiosità: perché a pagina 18 il letto IKEA è in ferro battuto e non di legno?